Dall’Europa, dopo lo stop alla vendita di auto con motori a combustione entro il 2035, un altro tassello per giungere alle zero emissioni nocive riguarda la normativa Euro 7, in vigore per le nuove auto dal luglio del 2025. È certamente più stringente della 6 e riguarderà tutti i veicoli, elettrici inclusi, e terrà conto anche di inquinanti oggi non ancora valutati, come le polveri dovute all’usura di gomme e freni. Ovviamente le case costruttrici non sono per nulla d’accordo proprio perché si tratta di norme molto stringenti e comporteranno, in proporzione, un aumento a cascata su tutta la filiera. Come ad esempio il rischio di far sparire le utilitarie, ritenute non più convenienti per il mercato visti gli alti costi di produzione e, conseguentemente, di vendita.
Le polveri sottili dovute ai freni sono la seconda fonte dopo il motore per il rilascio di polveri sottili, con Euro 7 l’idea è di introdurre un limite di 7 mg/km (e 3 mg/km dal 2035). Manon esiste ancora un metodo di misurazione adeguato per lo sfarinamento del battistrada.
Con Euro 7 anche i motori diesel avranno ripercussioni serie: il limite di emissione scenderà a 60 come le vetture a benzina.
Altra idea dell’Ue riguarda quella di aumentare la fiducia degli automobilisti nell’elettrico. A tal proposito la proposta dell’Unione europea per la futura norma Euro 7 include dei limiti minimi di durata della batteria. Componente molto costosa, prodotta con grande dispendio d’energia e utilizzando materiali rari. Dopo 5 anni o 100.000 km, la batteria dovrà fornire almeno l’80% dell’energia iniziale, e il 70% una volta arrivati a 8 anni o 160.000 km. Sono limiti che non dovrebbero far salire i costi, perché facili da raggiungere già oggi: molte case offrono una garanzia simile per la pila delle loro auto.
Insomma, pare che per raggiungere degli obiettivi concreti non si bada a mettere una corda al collo del settore automobilistico, con buona pace dei burocrati di Bruxelles che, forse, dovrebbero concentrarsi su questioni di ben altra urgenza e necessarie per la salvaguardia dell’essere umano: questione migranti?