Al Forte Village di Pula, in Sardegna, si è radunato il mondo Asso Ricambi, il primo consorzio di ricambisti d’Italia che ha visto la partecipazione di oltre 350 ospiti tra associati, fornitori e partner del gruppo. Cinque giorni caratterizzati da assemblee, incontri one to one, workshop, team building ma anche attività sportive, performance artistiche e relax. L’evento è stato il naturale prosieguo delle convention precedenti con il filo conduttore “Human After All”, la volontà di indagare nelle plenarie e nei momenti di confronto i concetti di umanità, relazione, condivisione. Il futuro parla un linguaggio evoluto tecnologicamente, economicamente e politicamente. E la strada che Asso Ricambi vuole proporre è mettere al centro di queste trasformazioni l’uomo, l’imprenditore e le sue capacità di inventare modelli e di fare gruppo.
Come ribadito dal Presidente Andrea Camurati: «Nella società contemporanea, caratterizzata da rivoluzioni tecnologiche e vertiginosi avanzamenti nel campo dell’intelligenza artificiale, dobbiamo riuscire a mettere al centro l’individuo ed il suo intelletto. Nonostante le capacità delle macchine nel campo dell’elaborazione dati e dell’analisi, ciò che ci rende veramente unici è la nostra capacità di pensiero creativo, di adattarci a situazioni in continua evoluzione e di creare delle relazioni significative».
Chiaro l’intervento del direttore generale Giampiero Pizza al meeting: «Ci siamo da subito aperti a ogni innovazione digitale che abbiamo reputato utile per i nostri Associati. E insieme ai nostri partner continueremo a percorrere queste strade in cui tecnologia e dati saranno sempre più strategici anche per il nostro mercato. Questa è una nostra prerogativa, un nostro marchio di fabbrica, oserei dire. Ma in questo evento, forse in maniera ancora maggiore rispetto ai precedenti, cercheremo di confrontarci proprio sulla pedina fondamentale di tutto il sistema: l’uomo. Gli uomini, reali e imprescindibili protagonisti anche del nostro settore. Non esisterà mai nessuna rivoluzione compiuta se non per il tramite dell’intelletto e delle capacità di fare gruppo delle nostre comunità. Le macchine ci aiuteranno sempre di più a risolvere problemi. A patto che a programmarle vi siano esseri umani sempre più ispirati, formati e in grado di creare comunità».