Motore endotermico, serve un cambio di passo

Come deciso dall’Ue, dal 2035 non potranno essere più commercializzati veicoli con motore endotermico. Una decisione non condivisa da tutti perché è più che plausibile che si avranno ripercussioni enormi sulla produttività delle aziend, con tutto ciò che ne concerne. Tra i principali oppositori del provvedimento c’è l’Italia che ha nuovamente ribadito la necessità di modificare il divieto. Il ministro dell’Energia Pichetto Fratin ha definito la decisione della Commissione Europea “assurda e dettata da una visione ideologica”, chiedendo una modifica del piano. Per Adolfo Urso, ministro dell’Industria e del Made in Italy, “serve chiarezza per non far crollare l’industria europea. L’Europa ha bisogno di una visione pragmatica, la visione ideologica ha fallito”. 
Il governo italiano ha più volte affermato di non essere contrario allo sviluppo dei veicoli elettrici, ma che questi non dovrebbero essere l’unica alternativa possibile, chiedendo quindi alla Commissione Europea di lasciare maggiore libertà ai singoli Stati su come ottenere gli obiettivi concordati di decarbonizzazione.
La politica della Ue sembra non preoccuparsi del rallentamento delle vendite di auto elettriche a cui si sta assistendo negli ultimi mesi e che sta portando molte case automobilistiche a rivedere i propri obiettivi di elettrificazione. Proprio a causa della contrazione rispetto a quanto previsto, l’industria automobilistica europea potrebbe essere costretta a pagare multe miliardarie. Per il 2025 l’Ue impone ai costruttori un limite massimo di emissioni medie riguardanti i nuovi veicoli venduti di 94 grammi di Co2 al km, rispetto ai 116 g/km del 2024. È necessario un cambio di passo salvaguardando sì l’ambiente, ma anche l’industria e i livelli occupazionali.