L’industria automobilistica italiana sta attraversando un periodo di crisi nonostante gli incentivi. Le aziende devono affrontare nuove sfide e la crescente concorrenza delle case automobilistiche cinesi.
Vero che Stellantis rappresenta una strategia per ridurre i costi di produzione e sviluppo con l’intenzione di rendere i veicoli più competitivi in termini di prezzo, ma la crisi finanziaria globale, la pandemia e i conflitti internazionali, hanno avuto un impatto notevole sull’industria automobilistica. Inoltre, il settore vive una trasformazione epocale con la transizione verso veicoli elettrici e ibridi. Molte case automobilistiche hanno già avviato la conversione delle loro linee produttive e tutti i Paesi stanno promuovendo questa transizione con incentivi e sussidi.
Ma, nonostante gli sforzi, i dati raccolti da uno studio di Arete mostrano che gli italiani non sono ancora pronti a cambiare le loro auto. Sei italiani su dieci ritengono che gli incentivi attuali non siano sufficienti a compensare il costo elevato delle auto nuove, specialmente quelle dotate delle ultime tecnologie e sistemi di assistenza alla guida.
Il 62% degli intervistati ha intenzione di cambiare auto nei prossimi 12 mesi, ma solo il 7% pianifica di farlo nel breve periodo, un calo rispetto ai dati del 2021. Inoltre, il 60% degli italiani considera gli incentivi insufficienti, con un aumento del 15% rispetto a tre anni fa.
Il 58% degli intervistati chiede nuovi incentivi e attende un abbassamento dei prezzi per procedere all’acquisto di una nuova vettura. Il 76% si dice disposto ad acquistare un’auto nuova se le condizioni economiche lo permettessero, mentre il 24% preferisce il mercato dell’usato, ritenuto più accessibile. In particolare, il 40% degli acquirenti di auto usate lo fa perché ritiene il mercato del nuovo fuori portata. Per quanto riguarda le preferenze di alimentazione, il 50% degli intervistati preferisce auto ibride, il 30% auto con motori a combustione interna e il 20% auto elettriche.
Ciò dimostra che l’Italia è ancora lontana da una transizione energetica completa nel settore automobilistico. Solo con l’abbassamento dei costi delle nuove tecnologie si potrà vedere un cambiamento significativo nelle abitudini di acquisto degli italiani.