L’emergenza Coronavirus attanaglia anche le officine di autoriparazione. Ma è bene ricordare che possono continuare a lavorare. L’autoriparatore rientra tra quelle categorie professionali che può continuare la sua attività lavorativa in base alle ragioni per cui il cittadino può circolare dotandosi di autocertificazione dichiarativa dello stato di necessità da cui si ricava, indirettamente, che nei casi di specie lo stato di necessità è connesso alla riparazione dell’auto in quanto, sempre fatte salve ordinanze locali più restrittive, disporre di un veicolo in efficienza è “essenziale” in relazione alle possibili necessità di spostamento per urgenze di carattere sanitario o lavorativo. Ovviamente bisogna applicare le norme di sicurezza previste dai decreti del Governo. Ovvero, il cliente deve mantenere la distanza di sicurezza di un metro, ma soprattutto prima di “mettere mano” alla vettura bisogna assicurarsi di aprire i finestrini e le portiere per un numero sufficiente di minuti, il sistema di ventilazione interno deve essere spento nel momento in cui l’operatore opera nell’abitacolo, usare guanti che vanno poi smaltiti negli appositi contenitori, utilizzare i disinfettanti e tutti presidi presenti in azienda. Inoltre, in officina devono essere affissi i cartelli che informano la clientela sulle disposizioni vigenti in materia di sicurezza per l’emergenza Coronavirus e che contengono anche le istruzioni, per gli stessi clienti, su come presentare la propria vettura all’autoriparatore prima che intervenga sulla stessa. Va ricordato anche che il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato ha introdotto uno specifico intervento di sostegno al reddito connesso alle sospensioni dell’attività aziendale determinate dall’emergenza. Le imprese che aderiscono al Fondo Fsba, possono ottenere un primo aiuto concreto di sostegno all’occupazione. L’ammontare dell’assegno ordinario previsto dal fondo è pari all’80% della retribuzione che sarebbe spettata al lavoratore.
Discorso a parte per i ricambisti. L’attività può proseguire solo per gli autoriparatori, escludendo così l’attività al pubblico. Sempre, ovviamente, rispettando le misure di emergenza. Tutto ciò almeno fino a quando il Governo non disporrà diversamente, in attesa che l’emergenza sanitaria possa concludersi al più presto.