Ieri Giuseppe Guastafierro, “Mastu Peppe”, se n’è andato. Il decano dei meccanici vesuviani ci ha salutati e noi lo ricordiamo con un’intervista di qualche anno fa pubblicata da Circolo Motori. Uno scambio di idee generazionale che non era una lezione professionale, bensì di vita. Oggi non c’è tempo, nemmeno per sfruttare pienamente le proprie capacità, faceva intendere “Mastu Peppe”.
«Noi eravamo meccanici con la “m” maiuscola, oggi tutti sono bravi sull’elettronica mentre per il resto si tratta spesso di montatori e “smontatori”. Naturalmente non voglio offendere nessuno, ci mancherebbe. È solo sinonimo del tempo che passa». Parola del decano vesuviano delle officine, mastro Giuseppe Guastafierro (Mastu Peppe), che ci accoglie nell’officina di via Marchesa a Boscoreale insieme al figlio Gennaro. Un “laboratorio” che da un lato è un avanzato luogo di lavoro con tutte le tecnologie del momento, mentre dall’altro è come un museo del mestiere di autoriparatore. Basta infatti fare pochi passi per passare dallo sguardo di un moderno computer a quello di una saldatrice pesante un quintale e che ha cento anni di vita. «Uno strumento – racconto “mastro Peppe” – che non si è mai rotto, che ha sempre operato al meglio. Ho effettuato saldature anche 50 anni fa ed oggi sono ancora come appena fatte». Guastafierro mostra fiero il suo antico e ancora intatto banco da lavoro.

«Io stesso l’ho ereditato dal mio vecchio capo, colui che mi ha insegnato i rudimenti della professione. Da solo, intorno al 1970, ho aggiunto la testiera per attaccare gli attrezzi. Questo banco di ferro ha subito centinaia di migliaia di colpi di martello, ma resiste ancora, sembra appena uscito dal costruttore». E l’officina è una grande esposizione di altri banchi e scaffali ultraresistenti che l’anziano e ancora lucido meccanico ha realizzato con le proprie mani. «Un tempo i pezzi di ricambio nuovi erano l’ultima spiaggia – racconta – le mie mani hanno realizzato migliaia di pompe dell’olio, ad esempio, che fabbricavo io artigianalmente per sostituire quelle ormai inutilizzabili».

E intanto dallo storico banco da lavoro tira fuori utensili oggi diventati introvabili, autentici pezzi da museo che riconosce ancora uno ad uno e che talvolta ha costruito personalmente per riuscire a svitare bulloni ed aprire parti di ogni tipo di vettura, anche straniera, in commercio dal 1950 fino all’epoca delle auto di ultima generazione». L’occhio cade sul ponte per sollevare le vetture che Giuseppe, il figlio Gennaro ed il personale di Car System utilizzano tuttora per riparare le auto. «Fui il primo di tutta la zona vesuviana ad acquistare un sollevatore elettrico ed automatico. Lo comprai durante una fiera alla Mostra d’Oltremare di Napoli».
Ed oggi, anche se un tantino acciaccato dall’età non più “verde”, mastro Peppe è ancora un punto di riferimento per tanti giovani meccanici: «In molti vengono da me quando si tratta di rimettere in sesto le auto d’epoca. Non perché io sia più bravo, ma semplicemente perché quei motori sono stati il mio pane quotidiano per tantissimi anni». Un uomo semplice, che però tra i comuni vesuviani ha lasciato un segno indelebile di semplicità e abnegazione al lavoro. Per decenni, infatti, “mastro Peppe” è stato il meccanico per eccellenza.