Una crisi peggiore di quella del 2007-2009, con un calo delle immatricolazioni stimato del 45% (da 1,9 milioni di vetture registrate nel 2019 a una previsione di 1.050.000 unità) e rischi incalcolabili per le aziende dell’automotive: sono gli effetti del coronavirus che hanno spinto Confcommercio Mobilità, la federazione di settore costituita da Federmotorizzazione, Assocamp e Aipark, a scrivere al viceministro dell’Economia Antonio Misiani, chiedendo “incentivazioni straordinarie” per ridare ossigeno al mercato delle due e delle quattro ruote. Varie le proposte, tra cui un bonus rottamazione, lo stop al superbollo e la piena detraibilità dell’Iva per le aziende.
Un settore in ginocchio. Secondo Simonpaolo Buongiardino, presidente della federazione che rappresenta i rivenditori di auto e moto nuove ed usate, i rivenditori di ricambi per auto e moto, i venditori di camper ed accessori, i grandi parcheggi automatizzati e le autorimesse (in tutto 125 mila aziende, con 450 mila addetti diretti per un fatturato di 100 miliardi di euro e quasi il 6% del Pil italiano), dalla riapertura del 3 maggio si sono registrate solo “vendite di auto a basso prezzo, acquisti per necessità per evitare l’uso dei mezzi pubblici”: un giro d’affari, per quanto benvenuto, che tuttavia “non è sufficiente” per la ripresa e “soffoca i margini delle vendite”.
Le proposte. Per questi motivi, Confcommercio Mobilità suggerisce al governo Conte una riflessione sulle possibili misure da adottare, a favore dei privati e non solo: in particolare, Buonagiardino suggerisce l’introduzione di “un bonus di acquisto per auto nuove (non solo elettriche, penalizzate per autonomia e infrastrutture), da articolare come bonus rottamazione fino ad agosto”: si andrebbe da un bonus pari al 20% del prezzo di acquisto per le vetture più economiche fino al 10% per le fasce alte del mercato, da modulare, se necessario, fino alla fine dell’anno. Le altre proposte riguardano la definitiva eliminazione del superbollo, “tassa ingiusta e non più sostenibile”, la forfettizzazione dell’Ipt ai livelli minimi su tutto il territorio italiano e la detraibilità dell’Iva al 100% per le utenze aziendali (contro l’attuale 40%), in modo da allineare il regime ai Paesi europei di riferimento. Senza un sostegno del governo, sottolinea Confcommercio Mobilità, si rischia “l’intera sopravvivenza del settore”, con conseguenze irreparabili per “una quota straordinaria di occupazione”.