Sotto i riflettori della Commissione europea l’Italia per le revisioni auto e che potrebbe sfociare in una procedura d’infrazione dovuta a possibili irregolarità nel sistema di controllo. L’indagine ha preso spunto da un’allarmante percentuale di promozione alla revisione periodica obbligatoria di quasi la totalità dei veicoli ispezionati da imprese private.
Una percentuale che desterebbe preoccupazione in qualsiasi contesto di valutazione: il 99,8% dei veicoli ispezionati da centri di collaudo privati in Italia supera le revisioni periodiche. Questo dato contrasta nettamente con le statistiche di altri paesi europei, dove il tasso di approvazione si aggira intorno al 70%.
Uno degli aspetti che la Commissione intende chiarire riguarda la totale autonomia degli ispettori rispetto ai centri di controllo. Il sospetto è che, data la loro possibile dipendenza economica o di proprietà dai centri di revisione, possa esserci una propensione a “chiudere un occhio”, approvando veicoli che, invece, dovrebbero essere bocciati per motivi di sicurezza o tutela ambientale. A differenza di quanto avviene per i mezzi pesanti, per i quali è richiesta l’indipendenza degli ispettori, per i veicoli leggeri sembrerebbe esserci una maggiore permissività.
La Commissione europea ha chiesto alle autorità italiane di fornire delucidazioni su come venga garantita l’indipendenza degli ispettori e perché esista una differenziazione tra il trattamento dei veicoli leggeri e quelli pesanti. In caso di risposta non soddisfacente, ciò potrebbe dare il via a una procedura d’infrazione che porterebbe ulteriori indagini e possibili sanzioni.