Uno strumento-incentivo che abbia un respiro pluriennale ma che si concentri soprattutto sul 2020 e il 2021 e che consenta di smaltire lo stock di auto prodotte che hanno comunque standard elevati per quanto riguarda la riduzione delle emissioni. Questo consentirà di raggiungere i target previsti per il 2030 senza perdere posti di lavoro. È quanto dichiara la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico Alessia Morani in vista della conversione in legge del decreto rilancio. Per Morani è necessario “ampliare l’ecobonus anche alle auto a motore termico perché il settore dell’automotive deve essere sostenuto durante tutto il periodo di transizione per avere il tempo necessario per le riconversioni non solo dei processi produttivi ma anche degli skill professionali”. “A maggio – ricorda il sottosegretario -, con la fine del lockdown, il settore perde quasi il 50% delle immatricolazioni, mentre nei piazzali restano 350 mila veicoli prodotti prima della crisi del coronavirus. In questa situazione serve un intervento deciso. “Bisogna sostenere – sottolinea Morani – l’innovazione tecnologica legata al settore automotive ma la situazione va gestita in tutte le fasi della transizione. Quindi, accanto al sostegno, giusto, per elettrico e ibrido le agevolazioni vanno allargate ai motori termici. In particolare, dobbiamo cogliere l’occasione della conversione del dl rilancio, per rimodulare l’ecobonus estendendolo alle motorizzazioni tradizionali più all’avanguardia, che consentiranno anche l’abbattimento delle emissioni”. Per Morani, dunque, va bene pensare all’ottica della riconversione verso motorizzazioni ‘green’, ma aiutando nell’immediato le imprese a uscire dall’emergenza.
Incentivi per l’auto, forse uno spiraglio
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