La ormai nota “fase 2”, quella della riapertura, avrà inizio lunedì 4 maggio: è da questo momento che le aziende dovranno riorganizzarsi per rispettare il distanziamento sociale imposto dal Covid-19. Cosa dovranno fare è ancora poco chiaro, tante sono ancora le ipotesi. Una prima lista per rimettere in moto il nostro paese, però, è già disponibile ed è stata stilata dal Comitato Tecnico Scientifico sulla base dei Codici Ateco già utilizzati in precedenza per stabilire le aperture delle attività commerciali. Questa lista chiarisce che la riapertura si baserà sul tasso di rischio per i lavoratori di ogni singolo settore. Analizzando il documento si vede che le attività più a rischio sono quelle che rispondono al Codice Ateco Q (Sanità e assistenza sociale), insieme al trasporto aereo (Codice Ateco H.51).
È bene sottolineare, però, che il rischio integrato non sempre corrisponde con quello degli assembramenti. Per esempio: le attività creative, artistiche e di intrattenimento hanno il massimo di rischio di assembramento, ma il minimo di rischio integrato. In dettaglio, la tabella divide 97 settori produttivi in base a tre criteri: classe di aggregazione sociale, classe di rischio integrato e settori attivi/sospesi in base al DPCM del Premier Giuseppe Conte del 25 marzo 2020. I settori produttivi, poi, sono divisi in tre colori: verde (rischio basso), giallo (rischio medio) e rosso (rischio alto). Per quanto riguarda la filiera della riparazione il Governo aveva già chiarito il tutto il 13 marzo scorso: “tutti gli attori della filiera della riparazione possono rimanere aperti purchè adottino le precauzioni previste dalla Legge”. Dando uno sguardo alla tabella, dunque, al Codice Ateco G (Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli) i codici Ateco G 45.20 (Manutenzione e riparazione di autoveicoli), G 45.30 (Commercio di parti e accessori di autoveicoli) e G 45.40 (Commercio, manutenzione e riparazione di motocicli e relative parti e accessori) hanno una classe di rischio bassa (semaforo verde) e un rischio di affollamento pari a 2 (su 4).