Con il cosiddetto “Decreto energia” i fondi desinati al sostegno per il mondo dell’auto calano a 700 milioni di euro di incentivi, ma conferma le risorse pluriennali fino al 2030 pari a 1 miliardo di euro all’anno. I fondi serviranno a favorire la transizione verde, a ridurre le emissioni nocive per l’ambiente, lo sviluppo e la ricerca tecnologica e a rinnovare il parco auto circolante.
Entro il 31 marzo sapremo come saranno ripartiti i 700 milioni di euro previsti dal provvedimento. Sembrerebbe che gli incentivi e i bonus destinati all’acquisto di auto vengano distribuiti secondo lo schema dei precedenti, cioè con un criterio per fasce di emissioni di anidride carbonica.
Intanto, però, gli automobilisti devono combattere contro il caro-carburante. I prezzi impazziti sono un dato più che reale tanto che il ministro Cingolani ha definito la crescita dei prezzi “non correlata alla realtà dei fatti, una spirale speculativa su cui guadagnano in pochi, una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”. Bene. Ma il Governo cosa fa per tamponare questa gigantesca speculazione? Per ora la magistratura cerca di venirne a capo aprendo un’inchiesta, mentre l’esecutivo si dice pronto a rivedere le accise, cancellarle tutte o almeno gran parte, oppure rivedere l’Iva. Lo scetticismo cresce, anche perché chi lavora con l’auto subisce un vero e proprio salasso.